Nella notte di ieri, nei pressi di Moncalieri, la discobola e pesista italiana Daisy Osakue è stata vittima di una violenta aggressione ai suoi danni: mentre rincasava dopo una serata in compagnia è stata bersaglio di un lancio di uova da parte di un’auto in corsa, una fiat Doblo`.

L’AGGRESSIONE

Una serata come tante in compagnia delle amiche, la ventiduenne italiana stava rientrando a casa nei pressi di Moncalieri (TO), quando un’auto in corsa si è avvicinata e ha lanciato delle uova alla giovane colpendola al volto; i frammenti del guscio le hanno danneggiato la cornea e reso necessario un intervento chirurgico all’occhio.

Dall’ospedale Oftalmico di Torino si attendono con ansia aggiornamenti sulla salute di Daisy.
Il timore maggiore è che la primatista italiana Under 23 di lancio del disco non possa partecipare ai campionati europei di atletica leggera in programma dal 6 al 12 agosto a Berlino.

PRIMATISTA ITALIANA

Daisy Osakue è  nata a Torino il 16 gennaio 1996, entrambi i genitori sono nigeriani ed entrambi avevano fatto sport, papà judoka e mamma giocatrice di pallamano.
La sua carriera agonistica, seguita inizialmente da Paolo Battaglino, è stata a lungo impostata sulle prove ad ostacoli con un titolo cadette vinto nel 2011, tanto che ancora nel 2013 è stata seconda tra le allieve nei 60hs indoor.
Ma vista la struttura ha dimostrato attitudini importanti come lanciatrice: nel peso e nel disco si è imposta come prospetto di livello nazionale.
Un’evoluzione valorizzata sotto la guida dell’ex discobola azzurra Maria Marello.
Da sempre torinese, ha ottenuto la cittadinanza italiana solo nell’inverno 2014, al compimento della maggiore età.
Ha studiato al liceo linguistico, con indirizzo internazionale, e dal gennaio 2017 si è trasferita alla Angelo State University, in Texas, con notevoli progressi fino alla migliore prestazione italiana under 23 nel disco (57.49 ad Abilene, il 24 marzo), superata dopo quasi 39 anni.
Un limite portato a 57.64 negli Europei a squadre di Lille, al debutto in Nazionale assoluta, e poi a 59,72 il 7 aprile 2018 a San Angelo, allenandosi oltreoceano con il tecnico Nate Janusey.

SOLIDARIETA

“L’hanno fatto apposta. Non volevano colpire me come Daisy, volevano colpire me come ragazza di colore“, ha detto la discobola uscendo dal nosocomio, confermando l’ennesimo atto di razzismo che si verifica in Italia nelle ultime settimane.

Da tutto il mondo dello sport si è sollevata un’ondata di solidarietà di fronte a questo indegno gesto, con l’augurio che la giustizia faccia il proprio corso e che anche le figure di riferimento dello sport italiano condannino apertamente questo gesto vile  e infame.

I nostri più sentiti auguri vanno a Daisy con la più sincera speranza di vederla lottare nei campi di Berlino a rappresentare il nostro Paese.